
Vibo Valentia e la Costa degli Dei
VIBO VALENTIA
L’intera provincia di Vibo Valentia è caratterizzata da una catena rocciosa che arriva a strapiombo sul mare. E’ in questo contesto che sorge la Costa degli Dei, rinomata per la bellezza delle sue spiagge. Il centro nevralgico è Vibo Valentia, che in alcune zone ha lasciato inalterata la struttura tipica del borgo medioevale. Il castello che sovrasta l’intero nucleo urbano ospita un importante reperto all’interno del Museo Archeologico Statale: la Laminetta Orfica, una sottile lamina d’oro su cui sono incisi dei versi. Si tratta senza dubbio di una tra le testimonianze epigrafiche più importanti dell’antica Grecia che certificano l’influenza ellenica sul luogo. Il castello fu edificato intorno all’anno 1000 da Ruggiero il Normanno e sorge sui resti dell’Acropoli Hipponion. A caratterizzarlo ci sono torri cilindriche e una grande porta che risale all’epoca Angioina. Il centro storico di Vibo Valentia offre scorci molto interessanti dal punto di vista storico-culturale. Il campanile della chiesa rinascimentale di San Michele è il fiore all’occhiello, ma la cattedrale di San Leoluca e la chiesa di Santa Maria Maggiore vanno visitate assolutamente.
PIZZO CALABRO
Pizzo Calabro è uno dei posti più rinomati della Calabria e non solo della Costa degli Dei. E’ famoso per essere la “città del gelato”, tanto da conseguire nel 2011 la classificazione IGP. Golosi e turisti non possono fare a meno di lasciarsi conquistare dalla produzione tipica, il “tartufo”, da gustare magari sullo splendido belvedere del centro storico. I panorami offerti sono da set cinematografico, con scorci incantevoli che si intravedono in fondo alle stradine in discesa. L’influenza degli aragonesi è lampante e la struttura del castello lo conferma. Ivi fu rinchiuso e giustiziato nel 1815 il re di Napoli Gioacchino Murat. Il castello, oggi, è dedicato proprio a lui e all’interno sono gelosamente conservate alcune testimonianze di quei cruenti momenti che scandirono ore drammatiche per l’intero Sud Italia. A Pizzo Calabro sarà possibile visitare anche la Chiesa di Piedigrotta, ricavata all’interno di una roccia da naufraghi napoletani. Scampati alla morte alla fine del ‘600, ringraziarono Dio in questo modo. Dal secolo scorso, inoltre, la chiesa presenta delle statue raffiguranti personaggi cardine delle sacre scritture.
TROPEA
Tropea non avrebbe bisogno di presentazioni. Famosa in tutto il mondo, è meta di migliaia di turisti in ogni periodo dell’anno. In estate, poi, è capace di diventare il centro nevralgico dell’intera regione. Si trova arroccata su un promontorio a 60 metri sul livello del mare. A parte il panorama che permette di scorgere in lontananza l’isola di Stromboli, vanta incantevoli spiagge chiare. Percorrendo il lungomare si giunge al cospetto dello sperone roccioso che divide in due il litorale, dalla cima del quale troneggia la chiesa di Santa Maria dell’Isola, simbolo della cittadina. Gustarsi per intero il borgo significa innanzitutto percorrere il centralissimo Corso Vittorio Emanuele II in direzione mare. Si può deviare, però, per visitare la Cattedrale romanica siculo-normanna del XII secolo. Al suo interno campeggiano l’icona della Patrona della cittadina, la Vergine di Romania, risalente al 1230, e il grande Crocifisso Nero del 1600. Per ricordi e souvenir non mancano le tante botteghe artigianali tipiche del posto. Tra una bottiglia d’olio extravergine e un vino locale, guai a non comprare la famosissima Cipolla Rossa di Tropea. Ha il marchio IGP ed è invidiata ad ogni latitudine dello Stivale.

ZUNGRI
Zungri è chiamata “la città di pietra”, testimonianza della presenza sul territorio dei monaci “basiliani” che utilizzavano le grotte come grange, romitori e cenobi. A pochi chilometri da Tropea, sorge l’insediamento rupestre degli Sbariati: un sito archeologico di 3mila metri quadrati. E’ un incredibile villaggio che vanta circa 100 case-grotta scavate nelle pietre e che presenta talvolta addirittura due ambienti perfino su livelli differenti. Le strade interne sono vere e proprie scalinate che conducono ad ambienti sotterranei, le cosiddette abitazioni ipogee. La loro forma è varia, eterogena. Alcune mostrano finestre circolari o rettangolari e al loro interno non mancano delle nicchie. Un secondo luogo di notevole attrazione turistica è il Museo della civiltà rupestre e contadina di Zungri. Sorge in un ex frantoio e mette a disposizione dei visitatori tanti reperti interessanti.
SPILINGA
Presentarsi a Spilinga senza sapere cosa sia la famosa ‘Nduja è il modo peggiore per varcare i confini del paese. Il famosissimo salume è un insaccato ottenuto dalla miscela di carni suine sapientemente impastate con abbondanti dosi di peperoncino rosso di Calabria, finemente macinato, con l’aggiunta di sale. Si può dire, riassumendo, che sia uno dei simboli più conosciuti dell’intera regione. Di particolare interesse è l’alveo della fiumara Ruffa. Risalendolo si incontreranno i resti di nove antichi mulini (risalenti al VII-X secolo) che danno il nome alla vale. Lungo le rive del corso sorge una selce più unica che rara: la woodwardia radicans, che ha destato l’interesse di numerosi botanici. Attenzione ad avventurarsi da soli: il vallone della Ruffa si trova a 3 km del paese ed è raggiungibile solo attraverso insidiosi sentieri. Da visitare nel borgo, invece, c’è la grotta della Madonna delle Fonti. Altre grotte, quasi tutte naturali, portano ancora i segni degli eremiti, mentre in altre sono stati ritrovati reperti dell’età neolitica.