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La strada delle Vette

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La strada delle Vette

LA SILA

La Sila è uno dei posti più incantevoli d’Italia. Per la sua aria salubre e la naturale predisposizione all’agricoltura e alla pastorizia, è da sempre uno snodo fondamentale per la Calabria. A differenza del resto dell’Appennino, è un altopiano e la sua conformazione orografica raccontano la storia di un popolo tanto fiero, come quello dei Bruzi, quanto incapace di restituire alle cronache la giusta immagine dei paesaggi che compongono questa terra dalla bellezza sconfinata. Silvia Brutia è il nome che i romani diedero alla Sila, un luogo talmente incantato da ricordare a tratti la fotografia scandinava. Dalle vette, in condizioni meteo favorevoli, si possono ammirare il Pollino a nord, il Mar Jonio a nord-est, l’Etna a sud-ovest, le Isole Eolie e il Mar Tirreno ad ovest. In particolare, sono tre le vette più alte. Si tratta di Monte Scuro (1.640 m), Monte Curcio (1.768 m) e Monte Botte Donato (1.928 m). Particolarmente carica di fascino è però la famosa “Via delle Vette” che attraversa la foresta e regali incantevoli tuffi nella natura selvaggia.

MONTE SCURO

La “Via delle Vette” inizia da valico di Monte Scuro, esattamente ai piedi del Cristo. Si tratta di un monumento dalle dimensioni ridotte molto venerato e omaggiato dai passanti. E’ stato realizzato in metallo, quale testimonianza del silenzio e delle profonde notti silane. Il tragitto è affascinante e percorsi circa 5 chilometri arriva all’altopiano di Macchia Sacra. Dinanzi a noi si mostra un territorio che si è conservato allo stato naturale, con caratteristici “capanni dei vaccari” e la freschissima acqua di sorgente che sgorga dalla fontana del colonnello. E’ in posti del genere che le mucche pascolano indisturbate per diversi mesi all’anno allo stato brado, potendo cibarsi delle fresche e naturali erbe che offre la Sila. Durante gli inverni più copiosi la neve rimane addirittura fino agli inizi di giugno, si possono quindi trovare dei piccoli tratti con brevi cumuli di ghiaccio. Il bosco, giunti ad altezze considerevoli, si presenta più rado, pini e faggi si alternano a praterie. E’ consuetudine, qualora si voglia provare l’ebbrezza di addentrarsi, incontrare gli scoiattoli che saltano da un ramo all’altro oppure i ricercatori di funghi. Da giugno e ottobre, infatti, l’intero altopiano silano offre con copiosità i propri frutti del sottobosco ad amanti ed esperti. Di strada, lungo la “Via delle Vette”, è posta una stazione meteorologica dell’Aeronautica Militare. Ben visibile c’è anche un impianto di trasmissione radio-televisiva di Rai Way. Infine, sull’estremità di Monte Scuro, è collocato un ceppo commemorativo intitolato a Nicola Misasi, insigne letterato e cantore incomparabile della Sila.

MONTE CURCIO

Incedendo lungo il percorso, si giunge a Macchione, località situata nei pressi di Camigliatello, il centro turistico della Sila. La cima è Monte Curcio, dove si possono distinguere con chiarezza le tipiche capanne dei vaccari, vale a dire piccole strutture di legno e lamiera. In passato sono state anche rifugio dei briganti ricercati dai piemontesi e protetti dalle comunità calabresi durante l’Unità d’Italia. Dalla notte dei tempi, tuttavia, fungono da magazzini di montagna per i pastori. Un altro paio di chilometri più avanti, sempre risalendo verso il valico principale, si incrocia un vero e proprio paradiso per ogni escursionista che si rispetti. Parliamo del pianoro di Macchia Sacra, un territorio che si è conservato allo stato naturale. Per gli amanti dello sci, sarà utile sapere che dal Monte Curcio parte la pista di fondo che segue il tracciato proprio della “Via delle Vette”. Sebbene con difficoltà non celate alla vista degli appassionati, si snoda per circa 24 km tra pinete e faggete. Offre inoltre un’incantevole vista sui laghi Cecita ed Arvo. Proseguendo lungo la strada delle vette ci si può rifocillare alla freschissima acqua di sorgente che sgorga dalla Fontana del Colonnello.

BOTTE DONATO

Il Monte Botte Donoato è il punto più alto della Sila ed offre un invidiabile panorama a 360 gradi. Si possono scorgere, quando le condizioni meteo sono estremamente favorevoli, il Lago Arvo con la vallata di Lorica, i due mari Ionio e Tirreno, le cime del Massiccio del Pollino, il Lago Cecita, il Monte Etna e le isole Eolie tutte insieme. Dal punto di vista escursionistico la sua rilevanza ne fa un punto di passaggio obbligato. Gli esperti suggeriscono di avventurarsi in una passeggiata sui pascoli dell’area sommitale, giungendo in auto fino alla prateria sotto la vetta e alla chiesetta. Quest’ultima è una cappella in legno che precede la cima del Monte e sembra la porta della foresta che si estende alle sue spalle. La vetta ospita ripetitori e antenne telefoniche ed è raggiungibile con una stradina asfaltata e poi con una larga pista. Il vicino cocuzzolo, dove sono il Rifugio e la stazione d’arrivo della funivia, si raggiunge con un breve tratto della pista da sci. Proseguendo, si arriva ai villaggi rurali di Rovale, Silvana Mansio, S. Nicola e Sculca.

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