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Il peperoncino

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Il peperoncino

La Calabria non smetterà mai di ringraziare Cristoforo Colombo che dal suo secondo viaggio in America nel 1463 tornò con le piante di peperoncino. I reperti dicono che già nel 5.500 a.C. era conosciuto in Messico e in Cile. In Europa trovò un clima idoneo in tutto il bacino del Mediterraneo, stessa cosa in Africa e in Asia. La Calabria, in particolare, si può dire che ne sia diventata la patria in un amen. Nella storiografia se ne trova traccia nel 1635 grazie al filosofo cosentino Tommaso Campanella. Descrisse, infatti, le proprietà benefiche del “Piper rubrum indicum” nella sua opera “Medicinalium Iuxta Propria Principia”. All’epoca si era già diffuso in tutte le fasce della popolazione meno abbienti che lo usavano anche per conservare i cibi e che lo utilizzavano come merce di scambio.  La pianta di peperoncino appartiene al genere Capsicum, lo stesso dei peperoni dolci, della famiglia delle Solanacee. Ama particolari condizioni meteoclimatiche e preferisce un terreno di tipo sabbioso e argilloso. Viene piantato ogni anno fra gennaio e febbraio in luoghi esposti al sole che possano essere ben annaffiati e dove non si vada mai sotto i 5° C durante la notte. La raccolta invece avviene tra agosto e settembre, i frutti maturano solo con l’estate. Il Diavolicchio di Diamante è una delle varietà più coltivate in Calabria, nonché quella classica e più rappresentata su magazine e riviste. Un’altra tipologia molto conosciuta col nome di “pipazza”, è il peperone roggianese: una varietà locale coltivata nei pressi di Roggiano Gravina, un piccolo borgo della Val di Crati. Alla base della piccantezza c’è l’alcaloide capsaicina che dà la sensazione di “bruciare” al contatto con le papille gustative. Vanta effetti antibatterici, tanto che i cibi cotti col peperoncino infatti possono essere conservati più a lungo. Il peperoncino è pieno di vitamina C e ha un riconosciuto potere antiossidante, oltre a dimostrare una certa efficacia nella cura di raffreddori, sinusiti e bronchiti. Inoltre il “bruciare” del peperoncino favorisce la digestione ed ha anche proprietà antidolorifiche nel contrasto di artriti e neuropatie. La sensazione di dolore che la capsaicina produce stimola il cervello a produrre endorfine, un oppioide naturale che “funziona” come analgesico. Tra gli altri effetti benefici del peperoncino il suo tanto decantato potere afrodisiaco non è in realtà mai stato confermato scientificamente. In Calabria si è soliti mangiarlo crudo, sott’olio, essiccato o lavorato per creme e salumi piccanti (‘nduja, salsiccia, sopressata o spianata), ma anche nella pasta, sulla carne e più di recente lo troviamo spesso in abbinamento con alcuni dolci.  

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